Il Covid è la prima emergenza delle strutture penitenziarie in Campania come nel resto d’Italia: a Santa Maria Capua Vetere il “focolaio” da giorni è senza controllo con 24 detenuti e 7 agenti positivi; nel Carcere Minorile di Airola 24 sono i ragazzi detenuti collocati da giorni in isolamento.
“Cosa aspettano ancora i Ministri alla Salute e Grazia e Giustizia ad istituire un Open day nelle strutture campane come in tutte le altre del Paese, con le stesse modalità con cui si svolgono gli Open day fuori?”
È la domanda che viene dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo. Secondo le notizie che arrivano dalle carceri e che vanno aggiornate di ora in ora ad Udine ci sono 14 detenuti in isolamento, 16 a Brescia, 4 ad Agrigento.
“Sulla situazione di Santa Maria Capua Vetere non può che farci piacere – aggiunge Di Giacomo – il fatto che il Garante dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, a differenza degli altri Garanti regionali e locali in assoluto silenzio, abbia condiviso la nostra richiesta di «un open day vaccinale dedicato ai detenuti all’interno del carcere».
Non possiamo aspettare i tempi degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per 132,9 milioni di euro, utilizzabili dal 2022 al 2026 per la “costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture”, tra l’altro senza ancora disporre di progetti esecutivi e senza indicare cosa fare in materia di tutela della salute, sottovalutando la grave carenza di ambulatori e reparti specifici per detenuti malati cronici.
È da tempo che ripetiamo inascoltati i nostri appelli: l’obbligo vaccinale per il personale penitenziario, che ci vede convintamente favorevoli, non da oggi, non risolve in alcun modo la prevenzione dalla diffusione del Covid se l’obbligo non viene esteso a tutti, a cominciare dai detenuti e dai familiari e dagli avvocati dei detenuti.
Altro che Super Green Pass, secondo le prescrizioni che “fuori” scattano oggi.
Dentro siamo fermi alla prima vaccinazione e non esiste l’alibi di detenuti no-vax, un’assoluta minoranza rispetto al numero complessivo della popolazione carceraria.
È una situazione – dice Di Giacomo – che riprova la tesi coltivata da parte dello Stato del carcere completamente avulso dal resto della città dove invece si punta ad accrescere controlli e azioni di contrasto al Covid”.