“In carcere vale la regola del “mini” Green Pass: solo se il detenuto, i suoi familiari o anche il suo avvocato devono partecipare a un evento in carcere – spettacoli, partite, concerti – dovranno essere in possesso del Super Green pass, altrimenti non verranno fatti entrare. La regola vale solo per questi casi e sarà in vigore fino al 15 di gennaio.
Tutto questo mentre continua a salire il numero di casi di positività al Covid tra i detenuti e il personale penitenziario”.
A sostenerlo è il segretario nazionale del S.PP. Aldo Di Giacomo ricordando che secondo i dati del Monitoraggio negli istituti penitenziari diffusi dal Ministero della Giustizia attualmente i positivi sono 196 (di cui 14 nuovi giunti) su un totale di 54.111 detenuti (193 asintomatici, 2 sintomatici e 1 ricoverato esternamente).
Sette giorni fa i positivi erano 162 su 53.954 detenuti. Dai dati aggiornati al 7 dicembre il totale delle somministrazioni di vaccino a detenuti è pari a 85.672 (una settimana fa erano 84.159).
In aumento anche il numero di agenti positivi: su 36.939 del personale in organico, sono 217 quelli attualmente contagiati rispetto ai 171 della scorsa settimana.
Il totale del personale del Corpo di Polizia penitenziaria avviato alla vaccinazione è pari a 25.196 unità; 16 gli assenti ingiustificati ai sensi del dl 127 del 21 settembre 2021.
“Una situazione quella del Super Green pass, diventata dunque intollerabile perché parenti e avvocati dei detenuti possono accedere alle carceri senza dover mostrare alcuna certificazione.
Ci sono flussi di ingressi settimanali – sottolinea Di Giacomo – in media dieci volte superiori al numero dei detenuti, a cui aggiungere i colloqui con diverse decine di avvocati e una durata anche di un paio d’ore.
E si pensa di contingentare i colloqui detenuti- familiari. Non può essere questa la soluzione, sottovalutando che nelle rivolte della primavera 2020 la sospensione dei colloqui è stata la scintilla che ha innescato le violenze che tutti dovrebbero ricordare.
È proprio il caso del carcere di Taranto dove è scoppiato un focolaio con quasi una cinquantina di positivi (tra poliziotti e detenuti), nel quale i tentativi di rivolta sono all’ordine del giorno”.
Per il segretario del Sindacato Penitenziari un nuovo giro di tamponi prima di Natale tra i detenuti non è sufficiente per controllare i continui focolai Covid.
Abbiamo chiesto ai Ministri alla Salute e Grazia e Giustizia di istituire un Open day in tutte le carceri, con le stesse modalità con cui si svolgono gli Open day fuori e aspettiamo una risposta come aspettiamo, da tempo, una circolare esplicativa che renda obbligatorio per tutti il Green Pass nelle carceri”.