Nel giro di una settimana – quella tra il 13 e il 19 dicembre – secondo i dati ufficiali aggiornati di fonte ministeriale si registra un incremento di contagiati tra detenuti e personale penitenziario pari a circa il 40%.
Secondo il nostro monitoraggio nel giro di un paio di settimane il numero di agenti e detenuti è pressoché raddoppiato come testimoniano i 60 casi recenti di Santa Maria Capua Vetere, gli oltre 70 di Milano-San Vittore, i 17 di Rovigo”.
Lo denuncia il segretario generale del Sindacato Penitenziari – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “i dati ufficiali sono parziali e arrivano in ritardo rispetto alla realtà che segna un trend di contagi in forte aumento in queste festività natalizie e destinato dunque ad avere conseguenze impattanti sulla gestione delle carceri.
Si pensi che ad oggi risultano 22 gli agenti penitenziari non in servizio perché non hanno presentato il certificato di avvenuta vaccinazione (almeno per la prima dose).
E se pure risultasse vero l’aumento del 40% – per noi è superiore – in mancanza di misure urgenti per bloccarlo nel giro di poche settimane raggiungeremo un picco molto vicino a quello delle carceri dei Paesi sud-americani e della Tailandia dove si registrano da giorni sanguinose rivolte.
Sminuire o nascondere la verità – continua – può solo portare ad un’ulteriore sottovalutazione e a complicare le problematiche esistenti”.
Per Di Giacomo “non è più sufficiente condividere la nostra preoccupazione ma bisogna procedere all’organizzazione immediata di Open Day di vaccinazioni nelle carceri proprio come accade fuori.
Continuiamo a mettere in guardia su ulteriori ritardi che si sommano a quelli già accumulati da mesi.
Si sta ripetendo lo stesso grave errore di sottovalutazione compiuto con l’avvio della prima fase di vaccinazione anti-Covid: per la somministrazione della dose booster (cosiddetta terza dose) del vaccino – evidenzia Di Giacomo – non c’è alcuna corsia preferenziale per il personale penitenziario e i detenuti.
E se qualcuno pensasse che attualmente sia sufficiente il Green Pass deve ricredersi perché non è così: la sicurezza di detenuti ed agenti si garantisce con tutta una serie di strumenti e comportamenti di rigorosa prevenzione e con un monitoraggio costante della diffusione del virus”.
Il segretario del Sindacato Penitenziari rinnova l’appello ai Ministri alla Salute e di Grazia e Giustizia perché nella circolare (Ministro Speranza) si prevede la somministrazione della dose booster anche alla fascia d’età tra 40 e 59 anni – dopo almeno 5 mesi dal completamento del ciclo primario – “in considerazione dell’aumentata circolazione del virus SarsCoV2, che ha determinato un incremento dell’incidenza di nuove infezioni”, ma non c’è indicazione sulle priorità che riguardano agenti e detenuti.
Gli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sul tema del carcere sono in totale 132,9 milioni di euro, utilizzabili dal 2022 al 2026 per la “costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture”.
Si cominci a spendere per rafforzare in strutture e personale il sistema di tutela della salute che registra carenze storiche ancor più allarmanti per la situazione Covid”.