“Il via libera alla riforma del cosiddetto ergastolo ostativo da parte della Camera è la riprova che il Parlamento e il Governo, alla quasi unanimità (con un solo voto contrario e 47 astenuti), invece di affrontare i problemi più urgenti del carcere, di fatto, fanno favori a chi appartiene a clan e organizzazioni della criminalità organizzata che potrebbero usufruire dei benefici penitenziari anche senza collaborare con i magistrati.
È un brutto segnale inviato ai detenuti per scoraggiarli a collaborare e all’esterno del carcere a familiari e vittime della mafia che potrebbero rinunciare alla denuncia perché tanto in carcere comandano sempre loro”.
Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP.: – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo sottolineando che “la netta contrarietà alla nuova misura che si vorrebbe introdurre è condivisa da numerosi magistrati antimafia da sempre “in prima linea” contro il crimine che continuano a mettere in guardia sulle conseguenze.
Purtroppo accade che la politica si lascia “dettare” il proprio comportamento, specie in materia di giustizia, dai pronunciamenti della Consulta come quello sull’articolo 4-bis della legge sull’ordinamento penitenziario.
Ma, inoltre, siamo alla conferma del vero obiettivo della riforma Cartabia: rendere il carcere un albergo, insieme allo “svuota carcere”, un vero e proprio sistema che offende le vittime di omicidi, violenze, rapine e i servitori dello Stato che hanno il compito di individuare, ricercare ed arrestare gli esecutori dei reati e di vigilarne la custodia in carcere.
Nel disegno del Governo sostenuto da quasi tutti i partiti – continua Di Giacomo – non ci sarà il carcere per finanziamento illecito ai partiti e per tutti «i delitti puniti con pene sopra i 5 anni» (per gli altri già non è prevista), salvo nei casi di «concreto e attuale pericolo» che uno reiteri «gravi delitti con armi o di altri mezzi di violenza» o di mafia e terrorismo.
Così ladri, scippatori, bancarottieri, evasori frodatori, corrotti, corruttori, concussori, truffatori, stalker verrebbero fermati e subito scarcerati dopo 48 ore.
Siamo oltre il “tana per tutti” che temevamo e che dalla fase di più acuta emergenza pandemica – dice il segretario del S.PP. – in tanti hanno invocato, perché gli autori di efferati delitti e reati non conosceranno proprio come è fatta una cella e quindi cos’è la detenzione.
Si aggiunga a questo che gli agenti penitenziari sono declassati a “badanti” dei detenuti ancora presenti per avere un’idea più completa della giustizia così come è concepita da Ministra e Governo.
Almeno noi – afferma Di Giacomo – non siamo disposti a chiudere gli occhi e contrasteremo in ogni modo e strumento che ci sono consentiti questo disegno.
Lo faremo a partire dal pieno sostegno alle iniziative di legittima protesta delle associazioni delle vittime di mafia e della criminalità organizzata e per tutelare i nostri colleghi che quotidianamente subiscono aggressioni e violenze da detenuti”.