“Le parole del procuratore anti ‘ndrangheta Nicola Gratteri, che sottoscrivo completamente – “questo Governo non sta facendo nulla nella lotta alle mafie” – a pochi giorni dal trentennale della strage di Capaci e dell’assassinio di Giovanni Falcone, della moglie e magistrato Francesca Morvillo e dei servitori dello Stato che gli facevano da scorta, rompono la ritualità dell’anniversario che ha caratterizzato, ancora una volta, l’atteggiamento di formalità assunto da Governo e dalla politica”.
Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “quella del magistrato di Catanzaro in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta che, non è un mistero, lo considera il suo nemico principale, è una denuncia che non deve passare inosservata o magari fuori dal coro.
Come si fa a non condividere i suoi interrogativi: il Governo Draghi contro le mafie ha un piano?
Una visione?
Delle proposte?
E ancora più tranciante è l’affermazione del dottor Gratteri: la giustizia e la sicurezza non interessano a questo Governo; la Cartabia non è il Ministro che serviva all’Italia.
Sono le stesse cose che pensiamo e ripetiamo noi da tempo con l’invito: la lotta alla mafia comincia dal carcere. E fa bene il procuratore antimafia a mettere in guardia: le “case dell’amore” in carcere sono un’altra possibilità per i boss di mandare pizzini.
Il cosiddetto piano per l’affettività e il sesso dei detenuti sottoposti a regime 41 bis con i 28 milioni di euro trovati dal Governo in un battito d’occhio – afferma Di Giacomo – è la più classica prova provata che Ministro e Governo non si rendono conto di cosa accade nel carcere dove boss e capo clan continuano a comandare anche comodamente via telefono, decidendo ritorsioni e pestaggi per chi non paga il pizzo, gestendo comodamente dal carcere gli affari e l’attività di prestito a usura.
Lo Stato non può continuare a vanificare il grande lavoro dei magistrati antimafia, come Gratteri, e degli inquirenti.
Non si sottovaluti – afferma il segretario del Sindacato Penitenziari – che le mafie approfittando di questa fase di crisi internazionale stanno concentrando i propri interessi sulle attività economiche e produttive per acquisire alberghi, ristoranti, imprese, intensificare l’usura.
“L’effetto devastante di tutto questo è lo scoraggiamento per le vittime delle mafie a denunciare e collaborare con i magistrati.
Per tutto questo siamo, senza se e senza ma, con Gratteri”.