“Dopo la clamorosa evasione di Natale di sette giovani detenuti dall’Istituto per minori Beccaria di Milano e la rivolta scatenata sarebbe facile per noi (anche se non so quanto possa essere utile) dire che da alcune settimane (a riprova ci sono numerosi nostri comunicati) avevamo lanciato l’allarme sulla situazione degli istituti per minori.
Lo abbiamo segnalato con l’evasione di due detenuti dell’Istituto penitenziario minorile di Nisida (ripresi dopo poche ore), le rivolte a Potenza e ad Acireale, che c’era e ci sono ancora chiari segnali che gli istituti per minori hanno raggiunto livelli allarmanti con una situazione diventata ingestibile e per certi aspetti inedita rispetto al passato”.
Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “nel giro di poche settimane ci sono state aggressioni al personale penitenziario e rivolte a testimonianza che se non si interviene con fermezza e per tempo il controllo è destinato a sfuggire di mano proprio come accade nelle carceri per adulti”.
“L’attuale sistema carcerario per minori non solo non serve a nulla ma si rivela una sorta di scuola per delinquere: il 90% di chi entra in un istituto per minori si avvia verso una “carriera criminale” passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni.
Il fenomeno delle baby gang insieme alla tendenza all’emulazione dell’atteggiamento dei “grandi” che comandano dalle celle sono due aspetti nuovi da affrontare.
Nei 17 istituti – secondo dati aggiornati del Ministero – al 15 dicembre scorso sono 400 i detenuti (390 uomini e 10 donne): 27 hanno tra 14 e 15 anni, 179 tra 16 e 17 anni, 135 tra 18 e 20 anni e 59 tra 21 e 24 anni; 199 sono italiani e 201 stranieri.
E si tenga conto della presenza dei cosiddetti “giovani adulti” – ragazzi tra i 18 e i 24 anni compiuti sempre più numerosi.
Il maggior numero di detenuti (50) è ospite di Nisida; 45 si trovano sia a Bologna che a Roma, 42 a Milano, 37 ad Airola (Benevento), 35 a Torino e 29 a Catania.
Gli ingressi sono stati 1.459 dal 1° gennaio, 381,6 le presenze medie giornaliere.
Dei 2.121 reati complessivamente contestati quest’anno ai detenuti negli istituti per minorenni, la stragrande maggioranza (il 61,2%) riguarda reati contro il patrimonio (in particolare, furti, rapine, estorsioni e ricettazione); a seguire i reati contro la persona (il 18,9%, per lo più lesioni volontarie) e quelli contro l’incolumità pubblica (7,3%). Frequenti anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti.
Sempre al 15 dicembre scorso, 21 minorenni erano presenti nelle comunità ministeriali e 908 in quelle private: complessivamente, risultano in carico agli uffici di servizio sociale per i minorenni (Issm) 14.221 ragazzi.
“Per noi – dice il segretario S.PP. – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse. Sarebbe troppo facile estendere la platea di minori perseguibili. Il primo problema è infrastrutturale oltre che di personale.
Abbiamo ascoltato dal neo Ministro Nordio programmi di recupero di vecchie caserme perché l’edilizia carceraria è uno dei nodi da affrontare anche per archiviare il piano di 28 milioni di euro per le casette per l’amore volute dal precedente Ministero.
Tra le priorità è necessario pensare agli istituti per minori per potenziarne il ruolo effettivo di rieducazione oltre all’adeguamento delle strutture carcerarie esistenti, fatiscenti e vetuste. Dopo il fallimento della cosiddetta “riforma Cartabia” e quello che accade nelle carceri – dice Di Giacomo –Ministro e nuovo Parlamento devono caricarsi anche l’impegno di cambiare gli istituti per minori”.