Mancanza di acqua, nonostante temperature bollenti nelle celle sotto il sole estivo.
Cimici, topi, disagio psichico non curato.
Sono solo un piccolo scorcio sulle condizioni di vita disumane dei detenuti nel carcere fiorentino di Sollicciano, come in tanti altri penitenziari toscani.
A Sollicciano si è tolto la vita un ragazzo di vent’anni che avrebbe dovuto uscire tra poco più di un anno, nel novembre 2025.
Dall’inizio dell’anno, in Italia, oltre cinquanta detenuti morti.
Una strage senza fine.
Il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, Spp, Aldo Di Giacomo, è durissimo contro il governo.
“A Sollicciano si è suicidato in carcere la 53esima vittima di questa strage senza fine, un giovane ventenne di origine marocchina (in realtà tunisino, ndr) con poco più di un anno di pena da scontare – afferma Di Giacomo – dopo che in mattinata è morto in ospedale anche il giovane detenuto che aveva tentato il suicidio nel carcere di Livorno, anch’esso con poco più di un anno di pena da scontare e con tre figli.
Tutto questo mentre nel Consiglio dei ministri niente di veramente utile al sistema carcerario è stato fatto. Stiamo assistendo ad un’ecatombe senza precedenti: 53 detenuti si sono tolti la vita, mai così tanti”.
Un triste ‘conto’ al quale devono aggiungersi “cinque poliziotti penitenziari che si sono anch’essi suicidati dall’inizio dell’anno”.
Il sistema carcerario, continua Di Giacomo, “è al collasso, i numeri degli eventi critici sono tutti i peggiori della storia delle carceri italiane.
Il nostro sistema è assolutamente paragonabile a quelli degli Stati africani.
Il governo e l’amministrazione penitenziaria sono assolutamente incapaci di gestire la gravissima situazione.
Dopo il consiglio dei ministri che ha visto come unico risultato l’incapacità di trovare soluzioni concrete e tempestive, non ci resta che sperare nell’aiuto della provvidenza”.