22 febbraio 2018. Nuovo ordinamento giudiziario, l’Sos: “E’ uno svuota carceri mascherato, così si rottama il 41bis”. L’allarme lanciato da Aldo Di Giacomo, Segretario Generale del SPP in una conferenza stampa che si è svolta nei pressi dell’ingresso del carcere dell’Ucciardone

Attività, Editoriale Aldo Di Giacomo

Nessuna confusione tra vittime e carnefici; uno stop, una pausa di riflessione e di approfondimento sulla riforma carceraria; maggiore sicurezza dentro il carcere (in particolare per il personale) e fuori per i cittadini: sono questi i temi affrontati oggi da Aldo Di Giacomo, responsabile sicurezza per Civica Popolare e segretario generale del S.PP. (Sindacato polizia penitenziaria) in una conferenza stampa che si è svolta nei pressi dell’ingresso del carcere dell’Ucciardone.
“La scelta del carcere palermitano non ha nulla di casuale – dice Di Giacomo -. L’Ucciardone è il carcere simbolo di forti problematicità che vive tutto il sistema penitenziario italiano. Il personale penitenziario lavora ogni giorno a rischio della propria incolumità: atti di violenza tra detenuti hanno avuto un incremento del 700% e ogni giorno 12 poliziotti in media sono costretti a ricorrere alle cure di sanitari. E alla sempre più diffusa paura tra i cittadini, alimentata dai continui fatti di cronaca di questi giorni, si aggiunge per tanti capi mafia e appartenenti ad organizzazioni criminali sottoposti al 41 bis la possibilità di uscire dal regime duro per godere di misure di detenzione “più comoda”. Sono 730 i detenuti sottoposti al 41 bis. Proprio come è accaduto a seguito dell’«operazione Montagna», ad Agrigento, con la decisione del tribunale del Riesame di annullare i provvedimenti cautelari emessi per capimafia e criminali. Ci sono in proposito magistrati che se ne occupano da molti anni e che ci mettono in guardia sui rischi reali del provvedimento”. “Il nuovo ordinamento giudiziario, così come è formulato contiene troppi elementi pericolosi tra i quali il cosiddetto “scioglimento del cumulo di pena”, la riduzione dell’uso della detenzione, l’aumento di benefici ai detenuti, l’anticipo dei termini di scarcerazione anche con l’incremento del numero di braccialetti elettronici – dice Di Giacomo -. L’errore più grave è l ‘aumento della liberazione anticipata a 75 giorni a semestre, oltre ad un insieme di altre previsioni che di fatto cancellano la certezza della pena. Io – ha detto ancora – sto con l’Associazione Vittime del Dovere, onlus nazionale con sede a Monza che rappresenta i familiari di appartenenti alle forze dell’ordine, armate e magistratura rimasti uccisi o gravemente feriti nella lotta alla criminalità comune, alla criminalità organizzata e al terrorismo, che  lancia un appello contro la riforma dell’ordinamento penitenziario voluta da Orlando”.            

Secondo l’associazione, i provvedimenti oggetto del decreto indeboliranno il sistema giudiziario e carcerario: uno “svuota carceri” mascherato, fino alla rottamazione del 41bis. “Alla Direzione Nazionale Antimafia – insiste Di Giacomo – verrà tolto il potere di bloccare l’applicazione di benefici ai detenuti in virtù di possibili collegamenti con la malavita, le cui verifiche saranno invece demandate direttamente alle Procure territoriali. Su questo punto si è espresso il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, secondo il quale solo un pool centralizzato di specializzati può avere un quadro chiaro dei collegamenti con le cosche. Ricordo le osservazioni del Procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita, ex direttore ufficio detenuti. Secondo Ardita, il decreto potrebbe incidere anche sul 41bis, ovvero “trasformandosi in un possibile varco attraverso il quale una abbondante fetta di detenuti di mafia uscirebbero dal  regime speciale”. E, ancora “la norma pone seri problemi di ordine pubblico, nella misura in cui consente a esponenti di mafia, anche pericolosi, di ottenere la possibilità di uscita dal carcere al determinarsi di condizioni impeditive del ruolo della madre”.

Il Segretario Generale

Dott. Aldo Di Giacomo

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