Quanto è accaduto oggi nel “piccolo” carcere di Campobasso rispecchia quanto accade quotidianamente nel “grande” sistema penitenziario italiano: nelle celle c’è di tutto, dai telefonini e schede sim, a sostanze stupefacenti sino ad armi improprie. È il commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo al blitz compiuto oggi nel carcere del capoluogo molisano, chiedendo un intervento urgente del nuovo Parlamento. Nel 2017 – riferisce – è di 337 il numero totale di cellulari e sim ritrovati nei 190 istituti italiani. Quasi due per ogni carcere. Con un aumento del 58,22 per cento rispetto al 2016 (quando i cellulari e/o sim rinvenuti furono 213). Per avere un dato ancora più allarmante – riferisce Di Giacomo – solo nel carcere Due Palazzi di Padova in tre anni sono stati sequestrati 130 telefonini, mentre si è costretti ad aggiornare giorno per giorno il quantitativo complessivo di ogni tipo di sostanza stupefacente ritrovata complessivamente negli istituti penitenziari. Per i capi delle organizzazioni criminali è una consuetudine diffusa quella di impartire ordini con i telefonini. Tanto vale allora seguire l’esempio francese che ha deciso l’installazione di telefoni per i detenuti e far telefonare comodamente – dice Di Giacomo – con il telefono fisso dalla cella. Siamo di fronte all’ennesima situazione di totale insicurezza degli istituti penitenziari italiani che continuiamo a denunciare da tempo e che è il risultato della politica permissiva voluta dal Ministro Orlando e dal Governo Gentiloni con i provvedimenti di cosiddetta riforma penitenziaria sino alla previsione delle “celle per l’amore”. Chiediamo al Presidente del Consiglio Gentiloni, in attesa del nuovo Governo, di attuare interventi urgenti anche sul fronte del potenziamento degli organici di Polizia Penitenziaria: non sfugga che a Campobasso sono dovuti intervenire centinaia di uomini di altre forze dell’ordine ma non di Polizia Penitenziaria, nonché quattro unità cinofili e due elicotteri della polizia di stato. Per queste ragioni – afferma Di Giacomo – salutiamo positivamente la scelta di Movimento Cinque Stelle, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia di bloccare la riforma dell’ordinamento penitenziario che ha la firma del Ministro Orlando e contro il quale ci siamo tenacemente battuti. Bene dunque: i decreti della cosiddetta riforma non potranno accedere alla Commissione speciale e si dovrà aspettare la costituzione delle commissioni ordinarie. Uno stop che come S.PP. avevamo chiesto per consentire al nuovo Parlamento un approfondimento nel merito anche di provvedimenti che di fatto mettono fuori dalle celle troppi detenuti, specie i giovanissimi che si rendono autori di efferati delitti di violenza sessuale e di raid come accade quasi ogni giorno a Napoli.